sabato 8 aprile 2017

Recensione | Ti darò il sole - Jandy Nelson

Buon sabato readers!
Ho appena finito di leggere Ti darò il sole di Jandy Nelson e non potevo non scrivere subito una recensione! Se non avete ancora letto questo bellissimo romanzo young adult fatelo subito, mi raccomando.



Titolo: Ti darò il sole 
Autore: Jandy Nelson
Editore: Rizzoli
Data di pubblicazione: 26 Maggio 2016 
Prezzo: 17,50€
Pagine: 482


Trama:

Non solo un paio d'ore dividono Noah da Jude, ma a guardarli non si direbbe nemmeno che sono fratelli: se Noah è la luna, solitaria e piena di incanto, Jude è il sole, sfrontata e a proprio agio con tutti. Eppure i due gemelli sono legatissimi, quasi avessero un'anima sola. A tredici anni, su insistenza dell'adorata madre stanno per iscriversi a una prestigiosa accademia d'arte. Tecnicamente è Noah ad avere il posto in tasca - è lui quello pieno di talento, il rivoluzionario, l'unico che nella testa ha un intero museo invisibile - e invece in un salto temporale di tre anni scopriamo che è Jude ad avercela fatta, ma anche che i due fratelli non si parlano più, che Noah ha smesso di dipingere, che si è normalizzato, e che Jude si è ritratta dal mondo che tanto le calzava a pennello. Cos'ha potuto scuotere il loro legame così nel profondo? In un racconto a due voci e a due tempi, Noah e Jude ci precipitano tra i segreti e le crepe che inevitabilmente si aprono affacciandosi all'età adulta, ma anche nelle coincidenze che li risospingono vicini, laddove, forse, il mondo può ancora essere ricucito.



La mia recensione:


Ho letteralmente amato questo libro, lo stile e la narrazione scelta dalla scrittrice. Ho adorato il modo in cui Jandy Nelson descrive l'arte, carica di forti emozioni capaci di coinvolgere il lettore e stregarlo nella storia.
Ti darò il sole è un adult young differente dagli altri. 

I protagonisti di questo romanzo sono Noah e Jude, che nonostante siano gemelli sono completamente differenti tra loro, sia fisicamente che caratterialmente. 

Noah vive in un mondo tutto suo, fatto di colori e di arte, è un rivoluzionario, un'Artista con la a maiuscola. Leggere la storia narrata dal punto di vista di Noah è davvero incredibile, perché ha una visione così artistica, si percepisce la vividezza dei colori e l'intensità delle emozioni che prova. 
La sua narrazione è quella del passato, l'estate dei loro tredici anni e mezzo e dell'autunno dei quattordici anni.


Mentre Jude è l'esatto opposto, ama stare a contatto con le persone, è solare e piena di vita, emana luce a differenza del fratello, è anche lei un'artista ma non dipinge divinamente come Noah, lei è una scultrice, crea sulla spiaggia delle meravigliose donne di sabbia che poi vengono portate via dalle onde dell'acqua. Le sue opere non sono permanenti come quelle di Noah.

Noah e Jude sono sempre stati NoaheJude.

Due metà di un insieme, due opposti, uno con i capelli neri e occhi scuri e l'altra con i capelli biondi e occhi azzurri, una la luce, l'altro ombra, due metà di una sola anima. 
E lo pensavano davvero, fino al momento in cui non sono diventati Noah e Jude. 



Jude è la voce narrante del presente, tre anni dopo gli eventi narrati da Noah. 

Il loro rapporto si inclina nell'estate dei tredici anni, quando la madre dei due gemelli propone ai figli di provare a iscriversi alla CSA - California school of Arts -, e in casa cala un velo di competizione agguerrita tra Noah e Jude.

La madre Dianna, ha sempre creduto nelle abilità dei figli e cerca sempre di incoraggiarli, ma nel momento in cui lei presta più attenzioni a Noah, la sorella si sente esclusa e inizia la ribellione verso la madre: si trucca pesante, si veste sempre meno, va a feste ed esce sempre con le amiche così tagliando fuori dal suo mondo anche il fratello. 

L'unico momento, in cui Jude sembra in procinto di conciliarsi con il fratello è quando vede un disegno che raffigurava un ragazzo stupendo in stile cubista fatto da lui (nei momenti in cui Noah andava di nascosto a spiare le lezioni di disegno dal vivo alla CSA) e gli chiede se può averlo.


«Posso prenderlo?»Rimango di stucco. Non mi ha mai chiesto un disegno. E io li do via molto malvolentieri. «In cambio del sole, delle stelle, degli oceani e di tutti gli alberi, ci farò un pensierino» dico, sapendo che non accetterà mai. Lei sa che enorme bisogno ho del sole e degli alberi. Ci dividiamo il mondo da quando abbiamo cinque anni. Adesso mi sto prendendo la rivincita: il dominio dell’universo è alla mia portata per la prima volta.«Scherzi, vero?» dice rizzandosi. Sta diventando troppo alta, e la cosa mi infastidisce. È come se di notte qualcuno venisse ad allungarla. «Così mi restano solo i fiori, Noah.»Bene, penso. Non lo farà mai. Questione chiusa. Invece no. Si sporge in avanti dopo aver messo il blocco in verticale e contempla il ritratto come aspettando che l’inglese le rivolga la parola.«Okay» dice. «Alberi, stelle e oceani. Va bene.»«E il sole, Jude.»«Oh, giusto» dice, lasciandomi di stucco. «Ti darò il sole.»«Ora ho praticamente tutto io! Sei matta!»«Ma io ho lui.»


Mentre Jude vive questo momento di ribellione, il chiuso Noah, conosce un ragazzo, Brian, il figlio dei vicini, tornato a casa per le vacanze estive, che gli farà battere il cuore. In quel momento Noah inizia a sentirsi veramente vivo, con Brian riesce ad essere se stesso, e ridono tantissimo assieme, guardano le stelle, vanno nei boschi a raccogliere sassi, che a detta di Brian sono meteoriti caduti dal cielo. 


Tutta questa gioia però dura ben poco.

La guerra silenziosa tra i due gemelli torna a farsi sentire quando sia la mamma Dianna sia le amiche di Jude, preferiscono passare il loro tempo con Noah che le dipinge e con Brian, divenuto idolo di tutte le amiche della ragazza. Questo innesca una reazione a catena: entrambi i gemelli iniziano a farsi dei dispetti subdoli ferendosi a vicenda.

Ad una festa dove sia Noah che Brian sono presenti, una delle amiche di Jude propone di giocare a 7 minuti in paradiso, e Jude per dispetto imbroglia e finisce nello sgabuzzino con Brian facendo morire di gelosia Noah e scatenando la sua ira.

«Ti amo.» gli dico. Ma quel che mi esce è «Ehilà.»«Anch'io, tanto.» risponde lui, ma quel che esce è «Oh, ciao.»
Come se questa guerra silenziosa non bastasse, la mamma è sempre più strana, sembra vivere in un altro pianeta, è assente e un attimo dopo felice, mentre il padre sembra piegarsi sempre più su se stesso dal dolore. E questo non porta a nulla di buono.
Poco dopo la madre dice al marito di lasciare la casa e vuole chiedere il divorzio. 

Durante le vacanze di natale Brian torna a casa e ritrova Noah, e gli confessa ciò che prova per lui ma gli rivela anche che nessuno deve sapere niente perché non vuole che venga discriminato e cacciato dalla squadra di baseball. 
In un lampo siamo fuori dalla porta, attraversiamo la strada ed eccoci nel bosco. Stiamo correndo senza una ragione, senza fiato e senza giudizio, quando Brian mi prende per la maglietta, mi rivolta all'indietro, mi spinge contro un albero e mi bacia così forte che divento cieco.La cecità dura solo un secondo, poi dentro di me è un'alluvione di colori. Non entrano dagli occhi, ma proprio dalla pelle. Rimpiazzano il sangue e le ossa, i muscoli e i tendini, finché non sono rossoarancionebluverdeviolagiallorossoarancionebluverdeviolagiallo. Brian si stacca e mi guarda «Merda» dice. «Era da una vita che volevo farlo.» 

Mentre i giorni passano e Noah e Brian si amano di nascosto, vengono scoperti dalla madre Dianna che accetta subito il figlio senza nessun pregiudizio, ma Brian è terrorizzato e chiude ogni tipo di rapporto con Noah, che oramai è furioso con la madre, incolpandola di aver rovinato la vita del padre e quella sua e di Brian, ma prega anche la madre di non dire niente al padre della sua omosessualità. Il ragazzo non fidandosi segue poi di nascosto la madre e farà una scoperta sconvolgente.
Dianna, sua madre, frequenta un altro uomo. 

Rabbia, shock e delusione porteranno Noah a dire e fare cose che lo tormenteranno per anni, facendolo chiudere sempre più in se stesso e conformandosi alle altre persone. 

Tre anni dopo Jude è alla CSA, alle spalle una madre morta, un embargo anti-ragazzi, nessun rapporto con il fratello, lo spirito della nonna morta tre anni prima come sua unica amica e lo spirito della madre furiosa con lei che le fa i dispetti distruggendole ogni opera in creta. 
Ora Jude è diventata la ragazza invisibile, dopo la morte della madre ha annullato il suo essere, vive nel rimpianto e nella paura e segue tutti i consigli e i riti scaramantici della nonna scritti in un libro.

Lei vuole rimettere assieme i cocci della sua vita, vuole fare pace con Noah e vuole far capire alla madre defunta che le dispiace per tutto ciò che ha fatto in passato e crede che l'unico modo per riuscirci sia creando una statua in pietra, materiale difficile sia da lavorare che da distruggere. Grazie ad un suo professore viene indirizzata allo studio di un artista pazzoide, che sua madre Dianna, in un'intervista l'aveva definito un artista che con la sua sola presenza riusciva a far crollare i muri attorno a lui.
Mentre si dirige alla casa di Garcia, Jude si rintana in una chiesa vicino alla casa dell'artista, cercando di preparasi un discorso per convincere l'uomo a prenderla come allieva, ma qui la ragazza fa un breve incontro con un ragazzo dall'aspetto terribilmente sexy, pericoloso ma altrettanto famigliare che metterà a dura prova il suo embargo anti-ragazzi e la farà sentire guardata veramente.
 

Questo artista, Gullermo Garcia ha un passato che lo tormenta tutt'ora, non è più l'uomo di una volta e il dolore si è impadronito di lui e rifiuta di insegnare a Jude qualsiasi cosa lei sia interessata ad imparare. 
Ma con tenacia Jude riesce a convincere Gullermo a prenderla come allieva nel suo studio e mentre lavora alle sue due sculture, una che raffigura lei e il fratello e una la madre, viene sommersa e quasi soffocata da tutte le emozioni che aveva sempre cercato di reprimere. 
L'arte ha questo potere. 

Ben presto Jude scopre che il ragazzo della chiesa, Oscar, è lo stesso ragazzo che gira per la casa di Gullermo, un ragazzo inglese che è stato aiutato dall'artista, che lo considera come un figlio per lui. 
La ragazza fin dal primo momento ha pensato che Oscar portasse guai e cerca in tutti i modi di evitarlo, ma alla fine non riesce più a reprimere i sentimenti.
Nel frattempo Noah è diventato ancora più strano del solito, sparisce intere giornate, fa domande a Jude riguardanti Gullermo Garcia e una sera si ubriaca, tentando di lanciarsi giù da un dirupo, perché oramai oppresso dalla menzogna e dalla possibile reazione di Jude non riesce più a sopportare la situazione, ma la sorella cerca in tutti i modi di impedirgli il salto, e solo grazie all'aiuto di Oscar, il salto/suicidio non avviene.
Oscar in quel momento riconosce Noah, il ragazzino silenzioso che spiava le lezioni alla CSA tre anni prima e che lo dipingeva nascosto vicino ad una finestra dell'aula di disegno in cui lui posava, e Jude finalmente capisce che il ragazzo del dipinto che ha tanto amato è sempre stato Oscar.

«Ho quasi dato il mondo intero per te. Il sole, le stelle, gli oceani, gli alberi... tutto. Ho ceduto tutto pur di avere te.»

E alla fine tutti i nodi vengono al pettine e Jude scopre ciò che nasconde Noah, un segreto che lo ha tormentato per tre anni, e la ragazza rivela al fratello i suoi segreti così unendo le due metà mancanti della storia del loro passato.  

Ti darò il sole, parla di amore in tutte le sue forme, delle scelte difficili e dolorose che hanno delle conseguenze per chi ci è vicino, all'appartenenza completa ad una persona. All'abbandonarsi alla corrente dei sentimenti e alla forza dell'amore, nel riconoscerlo e accettarlo. Parla di arte, tre tipi meravigliosi di fare arte: la fotografia che cattura gli attimi e l'anima delle persone, il disegno che è in grado di creare un mondo completamente nuovo, regalando emozioni forti a chi osserva l'opera, e la scultura, un'arte ingombrante che nel suo essere massiccia racchiude leggerezza e grazia, diventando un ossimoro vivente. 
Questo romanzo mi ha conquistata particolarmente grazie alla doppia narrazione che ho trovato geniale nell'ambientarla in due linee temporali differenti, tutti i segreti che hanno iniziato a combaciare come tasselli di un puzzle mischiato più e più volte. Le metafore le ho trovate sublimi in entrambe le narrazioni, ho apprezzato di più Noah, perché sono rimasta affascinata dal suo modo di fare arte, dal suo modo di vedere il mondo e dai suoi sentimenti così forti, ma anche Jude mi è piaciuta, i suoi pensieri così profondi mi hanno colpita molto, il suo lato sarcastico, insicuro ma allo stesso tempo forte hanno fatto in modo di farmi piacere anche lei.

Il mio voto, senza ombra di dubbio è: 




2 commenti:

  1. Credo di essere una delle poche persone a cui questo libro non è piaciuto un granché; probabilmente non è il mio genere.. Sono contenta che però tu lo abbia apprezzato, e complimenti per la recensione, davvero bella!

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    1. Ti ringrazio! A me è capitata la stessa cosa con l'altro libro della scrittrice: The sky is everywhere 😕

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