Buon
pomeriggio readers!
Come
vi avevo già accennato nel book haul di Febbraio, oggi vi parlerò
di un romanzo che mi è stato gentilmente inviato dalla casa editrice
Piemme, che ringrazio ancora.
Se
mi seguite da un po' saprete che l'anno scorso, dopo aver letto quasi
tutti i libri di Rainbow Rowell, l'autrice è riuscita ad occupare un
posticino speciale nel mio cuore. Questa autrice riesce a gestire in
maniera impeccabile qualsiasi genere letterario, dagli young adult
dolci e romantici come Fangirl ed Eleanor & Park, al magnifico
fantasy Carry on che mi ha completamente conquistata, fino ai
contemporary romance ironici come Per l'@more
basta un clic e il più fresco di stampa, Ti chiamo sul fisso.
Ed è
proprio di questo romanzo che vi propongo la recensione.
Autore: Rainbow
Rowell
Editore: Piemme
Data
di pubblicazione: 7 Novembre 2017
Prezzo: 18,50€
Pagine: 349
Trama:
Se
ti capitasse una seconda possibilità in amore, faresti di nuovo la
stessa scelta? Se si parla di macchine del tempo, un semplice
telefono non sembrerebbe il modo più sofisticato di viaggiare nel
passato... Eppure quando Georgie, madre di due bambini e autrice
televisiva perennemente sotto stress, mette piede nella casa della
sua infanzia, e in un momento di nostalgia alza la cornetta del
vecchio telefono fisso - un vero reperto archeologico -,
improvvisamente è trasportata a quindici anni prima. Non nel senso
che può vedere il suo passato. Ma nel senso che può telefonargli.
Sperando che il passato risponda. Sperando che Neal, quello che oggi
è suo marito e allora stava per diventare il suo fidanzato,
risponda... Perché se c'è una cosa che Georgie cambierebbe della
sua vita è il modo in cui il suo matrimonio si è pian piano spento,
fino a ridursi a quello che è oggi. Forse parlando al telefono con
il Neal di ieri potrà rimediare a cose che oggi sembrano
irrimediabili. Forse quello stupido telefono, così antiquato da
essere ancora attaccato a un filo, può davvero darle una mano...
La
mia recensione:
Come i precedenti romanzi dell'autrice anche per Ti chiamo sul fisso abbiamo una narrazione scorrevole e leggera in terza persona; non mi capita spesso di apprezzare questo tipo di narrazione, in quanto preferisco la prima persona, ma trovo la scrittura della Rowell piacevole e per nulla pesante.
In questo romanzo, la protagonista principale è Georgie, una donna in carriera, sposata con il suo ragazzo dei tempi dell'università e dopo quindici anni di matrimonio, nel periodo natalizio, il loro matrimonio sembra andare più che mai alla deriva.
La protagonista riversa tutte le sue forze nel lavoro, rientrando a casa tardi quasi ogni sera, sottovalutando il marito e le due piccole e super vivaci bambine. Quando la sera prima di partire per Omaha, per andare a trovare la madre di Neal per le festività natalizie, Georgie rivela di dover rimanere in città per lavoro, il rapporto tra la coppia si raffredda in maniera quasi irreparabile.
Neal parte per Omaha con le figlie per dieci giorni, e sarà proprio in questi giorni che Georgie inizierà a rendersi conto di ciò che rappresenta per lei il marito.
Complice di questa presa di coscienza sarà il vecchio telefono giallo -fuori dal comune - che Georgie ritroverà nella propria camera a casa della madre, perché questo telefono sarà in grado di metterla in contatto con il marito che non le risponde al telefono dalla mattina in cui è partito. L'unico problema? L'uomo al telefono è il Neal del 1998, anno in cui lui, nello stesso periodo le aveva chiesto di sposarlo.
Attraverso queste conversazioni con la versione più giovane di Neal, Georgie rivivrà i ricordi di un passato che sembra lontano secoli, dal loro primo incontro, alle difficoltà che hanno incontrato nel loro cammino assieme, fino al matrimonio e la nascita delle figlie. Piccoli frammenti del passato inizieranno a riaffiorare nella memoria della donna e si ritroverà sommersa dai dubbi.
«E se avessi ragione? Se davvero l'amore non bastasse?»
Neal sospirò. «Sono arrivato alla conclusione che è impossibile saperlo.»
«Sapere cosa?» Insistette lei.
«Se basta oppure no. Come si fa a sapere se l'amore può bastare? È una domanda idiota. Quando ti capita la fortuna di innamorarti, chi sei per chiederti se l'amore basti a renderti felice?»
Perché è in grado di comunicare con Neal nel 1998? Dovrebbe impedirgli di chiederle di sposarlo, in modo che possa vivere una vita differente da quella infelice del presente? Ma ciò che le sta accadendo è reale oppure sono delle allucinazioni causate da un esaurimento nervoso dovuto dal troppo stress?
«Ti amo» le aveva detto. «Ti amo più di quanto odi tutto il resto.» E Georgie era scoppiata a ridere, perché solo Neal poteva convincersi che fosse una cosa romantica da dire.
Al
solo pensiero di perdere per sempre Neal, Georgie si sente male,
quindi deve trovare un modo per salvare il suo matrimonio. Forse quel
telefono giallo è un segno del destino che vuole aiutarla donandogli
una seconda possibilità per rimediare agli errori che ha commesso.
Non era quello lo scopo della vita? Trovare una persona con cui condividerla? Se si azzeccava almeno questa parte, più di tanto non ci si poteva sbagliare, no? Quando si ha a fianco la persona che si ama più di qualunque altra cosa al mondo, il resto non fa solo da sfondo?
Al
romanzo ho dato un voto positivo, ma comparandolo ai romanzi
precedenti, non è tra i miei preferiti. Solitamente mi affeziono
subito ai personaggi della Rowell entrando in sintonia con loro, ma
con Georgie e Neal non ho avuto lo stesso risultato. Neal, nonostante
l'amore incondizionato che prova per Georgie è uno di quei
personaggi criptici e difficili da apprezzare, perché fin
dall'inizio viene descritto come un ragazzo taciturno che non ride
mai, e non sembra prestare attenzione a nessuno in particolare. Tutto
questo finché non incontra Georgie che è il suo esatto opposto, una
persona esuberante ed eclettica, in grado di trasformarsi nell'anima
della festa e far ridere tutti grazie alla sua ironia. Però questi
sono i caratteri dei protagonisti ai tempi dell'università, mentre
ora, quindici anni dopo, la brillante Georgie, assorbita dal lavoro
per una serie tv discutibilmente divertente, è sull'orlo della
depressione, e sembra quasi aver paura di prendere una decisione tra
il salvare il suo lavoro o il suo matrimonio. Mentre Neal, oramai
diventato padre e casalingo a tutti gli effetti, non riesce più a
sopportare la sua infelicità che continua a crescere gradualmente
ogni giorno.
Ho adorato invece la madre di Georgie, una donna eccentrica che si è
sposata tre volte, amante delle tute di ciniglia e dei carlini, che è
stata in grado di portare un po' di leggerezza nelle pagine del
romanzo. Altro personaggio che ho apprezzato è stato Seth, che
durante gli anni non è cambiato per niente, frivolo e simpatico,
nonostante richieda sempre l'attenzione della protagonista.
Mi è piaciuta inoltre la scelta dell'utilizzo da parte della Rowell di un telefono in grado di comunicare col passato, come stratagemma che fa riflettere il lettore: "se avessi la possibilità di cambiare qualcosa del passato, lo farei?"
Mi è piaciuta inoltre la scelta dell'utilizzo da parte della Rowell di un telefono in grado di comunicare col passato, come stratagemma che fa riflettere il lettore: "se avessi la possibilità di cambiare qualcosa del passato, lo farei?"
Ti
chiamo sul fisso è una storia di seconde possibilità, e proprio
grazie alle conversazioni telefoniche che hanno i protagonisti, il
destino li riavvicina. Ed è questo ciò che mi è piaciuto di più
del romanzo. Ho adorato come attraverso le conversazioni e l'assenza
del marito, i flashback del passato siano stati in grado di far si
che Georgie si rendesse conto di una realtà che ha sempre dato per
scontata, ovvero l'amore del marito.
La
mia valutazione:
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